Racconto teatrale di e con Carlo De Poi

Alla Casa dello Studente
di Vittorio Veneto
Giovedì 10 ottobre 2024

In una notte di mezza estate, ad un viandante sperduto fra i monti, il lago del Vajont narra di quand’era un piccolo torrente di montagna che viveva in pace con i suoi amici umani di Erto e Casso; di quando, poi,  sono arrivati i “signori delle Basse” che si sono messi a fare buchi nella pancia di Salta e Toc, sua mamma e suo papà. 

Racconta di come, per portare “il progresso”, sia stato sconvolto l’equilibrio millenario che reggeva quel mondo arcaico provocando la terribile catastrofe che, in pochi minuti, ha ammazzato quasi duemila persone.

Racconta non solo per fare memoria ma perché constata che continuiamo a ripetere gli errori del passato; per avvertirci, ed è questa la profezia, che se continuiamo in questo modo non c’è speranza.

Il progetto del “Grande Vajont” è sicuramente una straordinaria opera della scienza e della tecnica umana. La  diga stessa è un manufatto eccezionale. Eppure la catastrofe è avvenuta.

Oggi la diga è là, immensa, immobile, silenziosa; a ricordarci di quanto noi esseri umani possiamo essere presuntuosi e arroganti.

È un monito, purtroppo il più delle volte disatteso, ad ascoltare, conoscere e rispettare la natura.

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