UNITI CONTRO LA GUERRA

PROGRAMMA

FALZÉ DI PIAVE / MORIAGO DELLA BATTAGLIA
13 OTTOBRE 2024

Ore 9:45 Appuntamento per tutti
Falzè di Piave – località Grave di Falzé (Plavilandia)
Partenza camminata di 3 + 3 Km con arrivo all’Oasi delle Fontane Bianche e ritorno
biciclettata per Falzé (per info Ezio 389294400) partenza alle ore 8:30 da Conegliano (parcheggio MD di Paré, vicino Dina Orsi)

Ore 9:45 Moriago della Battaglia – Località Parco della Memoria Isola dei Morti
Camminata alternativa di 8 km con arrivo a Falzé di Piave

Ore 13:00 Anfiteatro Comunale Falzé di Piave
Lettura appello La Piave per la Pace.
Intervengono:
Don Nandino Capovilla – Pax Christi
Mohamed Abusara – Comunità Palestinese
Un rappresentante Medici senza frontiere
Le Associazioni aderenti

Musica e animazione
Intervengono:
Collettivo Ricerca teatrale di Vittorio Veneto, Coro Voci per la Pace di Vittorio Veneto, Loretta Gallon.
Installazione “LAVORI IN CORSO” I bambini di Gaza ci guardano – Artisti per I Diritti Umani

*Pranzo al sacco

In caso di maltempo si troviamo presso
La Sala Polifunzionale di Sernaglia della Battaglia alle ore 12:00

Aggiornamenti su FB Comitato contro la Guerra di Treviso
Per contatti, informazioni, adesioni:
trevisocomitatocontrolaguerra@gmail.com

Comunicato stampa del Comitato contro la guerra di Treviso

Sono passati più di due anni e in Ucraina la guerra continua a mietere vittime e feriti, nelle trincee come fra i civili, continua a distruggere case, ospedali, scuole, infrastrutture ed intere città. Oltre due anni da una invasione inammissibile e dal boicottaggio di ogni iniziativa di tregua e cessate il fuoco successive alla prima guerra del Donbass, del 2014.

E dopo centinaia di migliaia di morti, case, ospedali, scuole, intere città e paesi rasi al suolo e 1000 miliardi di beni distrutti, entrambi i fronti dichiarano impossibile una soluzione militare, non ci saranno né vincitori né vinti. Come abbiamo detto fin dal primo giorno, con le parole del segretario dell’Onu, Guterres, alla fine dovranno sedersi a un tavolo per trattare. Allora tutti chiederemo: ne è valsa la pena?

Istituzioni europee e politici d’oltreoceano a migliaia di km dal fronte puntano alla «vittoria a qualunque costo», infischiandosene delle centinaia di migliaia di morti e dei sacrifici economici e sociali della guerra che ricadono sulle società e sui cittadini europei. La guerra ha causato il fallimento economico dell’Ucraina, l’inflazione e un costo dell’energia maggiorato di un terzo per le economie europee, mentre ha favorito l’economia Usa, i profitti dei produttori di armi e delle finanziarie dell’energia.

In Palestina, nonostante le risoluzioni dell’ONU e le condanne della Corte Internazionale di Giustizia per crimini di guerra ai responsabili di Hamas e di Israele, ancora non si è arrivati al “Cessate il fuoco”.  Anzi la tragica conta dei morti e delle vittime civili continua di giorno in giorno ad aumentare, così come la distruzione di case, ospedali, scuole a Gaza, e l’occupazione e le uccisioni in Cisgiordania e in Libano, con il rischio di un possibile allargamento del conflitto. Il governo israeliano sta attuando lo sterminio del popolo palestinese, mentre molti paesi europei e della Nato continuano a fornire armi ad Israele.

La costruzione di un “nemico terribile”, di un “male assoluto” da annientare è un passo essenziale che si sposa con una asserita necessità assoluta di trasformare ogni paese in una potenza militare. Nelle strategie di sicurezza dei guerrafondai la volontà di guerra deve diventare l’aspetto dominante. Vogliono prepararci a una “guerra giusta”. E sanno che non bastano le armi e gli eserciti ma è necessario il consenso di settori rilevanti della popolazione. Più armi, più eserciti, più spese militari. Vogliono la più grande fiducia nei capi al comando, governi autoritari, con la soppressione di ogni voce critica e di ogni eventuale “nemico interno”.

La corsa al riarmo sembra non avere fine. Tutti gli stati dotati di armi nucleari continuano a modernizzare e ad ampliare i propri arsenali, 2898 $ al secondo nel 2023 (rapporto ICAN 2024). Ma più in generale aumentano le spese militari anche in armi convenzionali, con una crescita record del 6,8% a livello mondiale nel 2023 secondo il SIPRI di Stoccolma (2400MLS$). Un grande favore agli interessi del complesso militare-industriale-finanziario. L’accelerazione della spesa in armi non migliora la sicurezza globale, ma rappresenta una minaccia globale: il valore massimo della spesa militare raggiunto nel 2023 corrisponde al numero massimo delle guerre nel mondo e dimostra che la deterrenza militare non funziona. Quando hai le armi le usi.

La logica del disarmo e della cooperazione tra i popoli deve sostituire quella della supremazia e del riarmo. Pace e sicurezza, coniugate insieme alla giustizia, come negli atti fondativi dell’Unione europea, nella Costituzione italiana e nella carta dell’Onu.

Una efficace strategia di sicurezza per i paesi e i popoli si fonda su diplomazia e politiche di confronto e distensione. Guerra fredda e contrapposizione decennale tra Usa e Urss, tra paesi della Nato e del Patto di Varsavia hanno reso evidente l’assurdo paradosso dei concetti di deterrenza militare e di equilibrio del terrore. Alla Nato, e agli Usa, serve sempre un nemico per legittimare la presa sull’Europa.

Pace e sicurezza nel nostro irrinunciabile rifiuto della guerra. Oltre a devastare la vita degli uomini la guerra devasta il mondo. Anche senza fare un resoconto dettagliato delle distruzioni, delle risorse sprecate, dell’inquinamento dei terreni e dell’aria, basta pensare alla quantità di gas serra generati dai conflitti in corso e alle loro conseguenze sul clima.

Le guerre odierne, crimini contro l’umanità, sono tutt’altro che un incidente di percorso. Ma noi sappiamo che la pace è possibile, sempre a patto di non chiudere gli occhi sulle cause, mai occasionali, che hanno prodotto e producono gli scontri armati. La pace è frutto di costruzione, di riconoscimento dell’altro, non di imposizioni unilaterali. Non possiamo rimanere in silenzio e rassegnarci alle logiche di distruzione, all’escalation militare, dobbiamo continuare a fare pressione sulle forze politiche, sui governi italiano ed europei per una svolta radicale verso la costruzione di percorsi di pace.

Ed è per contribuire a rafforzare il fronte della pace, contro le logiche di guerra, che proponiamo, sulla scia dell’esperienza dell’anno scorso, una giornata di mobilitazione il 13 ottobre 2024, una seconda edizione della Piave per la Pace. Si tratta di una proposta aperta, da definirsi nelle modalità con il contributo di tutte/i coloro che desiderano dare corpo all’iniziativa. Lungo il fiume Piave che collega le provincie di Belluno, Treviso, Venezia; un fiume che fin dall’antichità è stato una via di collegamento e non di frattura, un fiume sconvolto dagli aspri combattimenti della Prima guerra mondiale, dopo Caporetto, e che vogliamo rivalutare come luogo di pace e di incontro, oltre che come patrimonio ambientale da salvaguardare e rispettare.

Per contatti, informazioni, adesioni:

trevisocomitatocontrolaguerra@gmail.com

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