Il Commissario generale dell’UNRWA (agenzia ONU per il soccorso dei rifugiati palestinesi) Lazzarini, nella Conferenza stampa del 24 novembre, così delinea la situazione di Gaza.

Denuncia che:

E’ solo questione di tempo prima che la gente a Gaza inizi a morire a causa dell’assedio e della mancanza di beni di prima necessità, non solo a causa dei bombardamenti.

Vi sono oltre 1.7 milioni di sfollati che non possono cambiare i vestiti, lottano per avere un pasto al giorno, attendono ore per poter usare un bagno nei rifugi.

Dall’inizio della guerra sono stati colpiti 69 rifugi dell’UNRWA, la maggior parte di essi ospitava migliaia di sfollati. Quasi 190 persone sono state uccise nelle sedi delle Nazioni Unite.

Persino la bandiera delle Nazioni Unite non è più in grado di fornire protezione alla popolazione di Gaza. Si tratta di una palese inosservanza delle regole di guerra, compresa la legge umanitaria internazionale.

Se l’attacco terroristico di Hamas ha provocato più di mille vittime civili tra gli Israeliani, con modalità violente e ingiustificabili, altrettanto ingiustificabile e inaccettabile sono le modalità della reazione militare israeliana che si traduce in una punizione collettiva sulla popolazione della Striscia di Gaza e in atti di violenza diffusa in tutta la Palestina. Siamo arrivati alla pausa con oltre 14.000 vittime, di cui oltre 5.500 minori, e più di 1.200 minori che rimangono sotto le macerie degli edifici bombardati o risultano comunque dispersi, secondo i dati forniti dalla direttrice esecutiva di Unicef Catherine Russell. Tanti i Palestinesi uccisi in Cisgiordania.

Un gruppo di intellettuali, attivisti ebrei, N. Klein, J.Bustler, T. Kushner e altri così si esprimono: “Condanniamo gli attacchi contro i civili israeliani e palestinesi e piangiamo questa straziante perdita di vite umane. Nel nostro dolore, siamo inorriditi nel vedere la lotta all’antisemitismo usata come pretesto per crimini di guerra. Rifiutiamo la falsa contrapposizione tra la sicurezza degli ebrei e la libertà dei palestinesi; tra l’identità ebraica e la fine dell’oppressione dei palestinesi. Crediamo infatti che i diritti degli ebrei e dei palestinesi vadano di pari passo. La sicurezza di ciascun popolo dipende da quella dell’altro.

I governi europei sono sostanzialmente indifferenti e non hanno alcuna proposta per la reale soluzione politica del problema e non contestano le affermazioni di Netanyahu che dopo la pausa intende continuare la guerra.

È necessario fermare subito questo massacro. Uccidere civili è un crimine di guerra inaccettabile, non ammesso da diritto e convenzioni internazionali. Chiediamo al nostro Governo di adoperarsi per promuovere il cessate il fuoco e l’avvio di negoziati di pace, aderendo alla risoluzione approvata dall’ONU; ci appelliamo ad organizzazioni della società civile, gruppi e reti e singoli cittadine e cittadini solidali, perché sostengano la denuncia dell’enormità di questa tragedia.

COMITATO CONTRO LA GUERRA DI TREVISO

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