a settant’anni da quando non sapevamo chi era San Nicolò e andavamo a letto dopo Carosello lettura teatrale di e con Carlo De Poi – Collettivo di Ricerca Teatrale omaggio a Rachel Carson e Elisabetta Dal Col (*)
“C’era una volta, un po’ di tempo fa, ma neanche tanto, un piccolo paese che sorgeva ai piedi di una collina, che, a sua volta, stava alle pendici di un’alta montagna, ma neanche tanto.
Nel paese non c’erano tantissime case, ma quelle che c’erano bastavano perché ognuno aveva la sua; non tanto grande, a dir la verità, ma insomma, quel che bastava per viverci…”
Comincia così questa storia che, in forma di favola, racconta cosa è successo negli ultimi settant’anni in tanti paesi della pedemontana veneta, ma forse anche di quella lombarda, piemontese o friulana… calabrese, siciliana.
Settant’anni che hanno cambiato il mondo. In meglio, in peggio? Giudicate voi.
Un cambiamento che, comunque, non può non inquietare; non solo per cos’è successo, ma per quanto potrà avvenire…
I protagonisti della nostra storia, alla fine, decideranno di fare una scelta, una scelta importante, una scelta che cambierà le loro vite. Sarà quella giusta?
(dagli appunti non letti del protagonista)
“Capita, magari riordinando carte dimenticate nel fondo di un cassetto, di trovare un vecchio quaderno, avete presente di quelli neri con i bordi rossi che si usavano un bel po’ di tempo fa. Capita anche che, presi dalla curiosità, si vada a sbirciare i caratteri infantili, che non sono più i tuoi ma che in fondo ti appartengono, fissati sulle pagine ingiallite. E capita a volte che non ti limiti a sbirciare ma che, preso un po’ dal sorriso un po’ dalla nostalgia, tu interrompa il riordino e ti soffermi a leggere; e che magari poi tu non riesca a interrompere la lettura perché dietro quelle parole emergono frammenti di vita tuoi e di persone che magari non ci sono più…
Addirittura può capitare che ti venga voglia, una voglia forte, di tornare nel paese dove sei nato, dove hai vissuto l’infanzia e l’adolescenza; quel paese che hai abbandonato per avere una vita diversa, migliore, al passo con i tempi…
Può persino capitare che la mattina dopo, visto che c’è poco più di un’ora di strada da dove abiti adesso, tu salga in macchina e ci torni nel tuo vecchio paese; senza dir niente a nessuno, nemmeno a Maria, tua moglie… Di certe cose, chissà perché, non ti va di parlarne…
Così può succedere che la sera, quando torni a casa e hai mangiato distrattamente la cena che Maria ti ha preparato, tu apra quel vecchio quaderno nero dai bordi rossi, e riprenda, dopo tanti anni, a scrivere. Sì, perché, adesso, dopo tanti anni ti sembra importante.
Magari dopo, se sarà ancora sveglia, ne parlerai con Maria: c’è da fare una scelta, e quella scelta dovete farla in due. Anche se, forse, lei ha già capito tutto ed è d’accordo con te.“
(*) Rachel Carson fu la straordinaria ricercatrice che scoprì e divulgò i perniciosi effetti dei pesticidi sull’ambiente e sugli esseri viventi. “Primavera silenziosa” è il suo testo più importante.
Elisabetta Dal Col, insegnante vittoriese, appassionata naturalista, fu una divulgatrice della catalogazione e conservazione della biodiversità, oltre che un’amica sempre generosa e disponibile.